Lezione 11 - Newton 2: la materia, la prospettiva metafisica e la religione.

 Classi 4° A/B/C Linguistico - Lez. 11

La materia.


L'Ottica, pubblicata nel 1704, si conclude con le Questiones, notazioni non sistematiche su problemi suggeriti e raccolti nell'arco di quasi trent'anni. Molte delle Questiones riguardano l'ottica e chiariscono i principi proposti nell'opera. Altre, invece, sopratutto le ultime, affrontano, partendo dalla natura della luce, la costituzione del mondo fisico, delineando in particolare due teorie: l'esistenza del vuoto e la composizione atomica della materia. In entrambi i casi, il riferimento critico di Newton è Cartesio, che aveva identificato la materia con l'estensione e proprio per questo negava l'esistenza del vuoto in quanto per Cartesio era inconcepibile un'estensione priva di materia. Al contrario per Newton l'esistenza del vuoto risulta essenziale per spiegare la propagazione della luce, la cui natura corpuscolare esclude che possa diffondersi in modo rettilineo e a velocità istantanea in uno spazio non vuoto. Un universo pieno, inoltre, costituirebbe un fattore di resistenza al moto dei pianeti, introducendo una variabile non necessaria nei calcoli delle orbite. L'esistenza di una materia sottile che occupa tutto lo spazio vuoto dell'universo si presenta quindi come una ipotesi, nel senso negativo del termine, in quanto non derivabile dagli esperimenti e inutile o addirittura dannosa per i calcoli. L'esistenza del vuoto è per Newton importante anche per spiegare i processi di aggregazione della materia a livello atomico, come diremmo noi oggi.

Newton traccia nelle Questiones una teoria della materia, prospettando anche la possibilità dell'applicazione a livello microcosmico degli stessi principi validi in ambito macrocosmico.

La teoria atomica viene ricavata per induzione dall'osservazione e dagli esperimenti: una volta dimostrato, infatti, che caratteristiche come la solidità o l'impenetrabilità sono caratteristiche di tutti i corpi su cui è possibile compiere esperimenti, la terza regola del filosofare autorizza a ritenere queste qualità proprie di tutta la materia, anche dei singoli corpuscoli che la compongono, nonostante questi sfuggano, per le loro dimensioni, all'osservazione diretta. Niente di definitivo, invece, può essere detto a proposito della forza che tiene insieme i corpuscoli o atomi, perché in questo caso non è possibile applicare il metodo induttivo, anche se Newton ritiene che si comporti allo stesso modo della forza di gravità. A supporto di questa ipotesi egli descrive vari esperimenti che consistono nell'avvicinare lastre di vetro a distanze diverse e molto piccole. Ne conclude che la forza di attrazione è, come quella di gravità, inversamente proporzionale al quadrato della distanza ed é dunque la stessa, o almeno della stessa natura.


La prospettiva metafisica e la religione.


Le leggi della fisica lasciano secondo Newton insoluti alcuni problemi. Il movimento deve avere avuto un'origine che la fisica non è in grado di spiegare. Inoltre tale movimento è soggetto a una costante diminuzione perché negli urti le forze contrapposte si annullano e una certa quantità del moto totale dell'universo decade, perdendosi ad ogni urto tra corpi o tra particelle. La diminuzione del movimento viene spiegata da Newton con una serie di esperimenti e di osservazioni: se due corpi moto densi oppure molli vengono fatti urtare, essi si arrestano e, di conseguenza, il movimento da essi posseduto si annienta. Anche nel caso di corpi elastici, l'urto provoca l'esaurirsi del movimento, ma l'elasticità produce un nuovo impulso, minore tuttavia di quello iniziale. L'universo tenderebbe quindi ad evolvere verso uno stato di progressiva diminuzione del moto complessivo, fino a raggiungere un equilibrio stabile (entropia). La conservazione del movimento esige la presenza di principi attivi, capaci cioè di produrlo, come la forza di gravitazione o il calore del Sole o la fermentazione, che spiega anche la circolazione sanguigna e la produzione di calore organico. La complessità e la varietà di queste forze, il fatto che siano tutte necessarie per la conservazione dell'universo, la finalità alla quale appaiono destinate, portano Newton a considerare come necessaria l'esistenza di Dio: egli non solo ha creato il mondo e gli ha dato il movimento iniziale, come già sosteneva Cartesio, ma interviene anche in esso, ed è necessario che lo faccia per garantirne la continuità in ambito fisico. In alcuni passi degli scritti inediti, Newton ipotizza addirittura che le comete siano lo strumento mediante il quale Dio regola l'universo e interviene in esso per ristabilire l'equilibrio compromesso dall'entropia. La necessità di un intervento continuo di Dio per correggere la propria opera è duramente criticata dai contemporanei, in particolare da Leibniz, che paragona il Dio di Newton a un orologiaio poco esperto che, ogni tanto, deve ricaricare la macchina dell'universo affinché non si fermi e deve anche, di tanto in tanto, ripulirla e aggiustarla quando é necessario, proprio come un orologiaio un po' maldestro. Secondo Newton, infatti, Dio non solo crea il mondo, ma interviene in esso come fattore causale, o provvidenza fisica.  Dio quindi secondo Newton ë la causa intelligente dell'universo, ma anche la causa dell'intelligenza dell'universo e può essere compresa la natura e l'esistenza di Dio soltanto con la ragione dell'uomo. Queste affermazioni di Newton sulla natura e sul ruolo di Dio provocheranno diverse accuse nei confronti del pensiero newtoniano: l'accusa di panteismo da parte di Leibniz, di considerare Dio e la natura uno stessa realtà indifferenziata, accusa che sarà rigettata con forza dallo stesso Newton; l 'accusa di essere Newton un deista che gli verrà rivolta da Voltaire e dagli Illuministi a causa della convinzione di Newton che l'uomo comprende l'esistenza di Dio usando la sola ragione. Nonostante però il meccanicismo delle idee newtoniane, egli non considera possibile che l'intelligenza, la vita e la coscienza possano derivare dallo sviluppo naturale della materia senza l'intervento di un essere superiore in grado di organizzare il mondo in modo razionale.

In molti scritti inediti di Newton in materia religiosa, che non vengono pubblicati quando Newton é ancora vivo per la sua paura di ricevere contestazioni e polemiche per le sue idee religiose poco in linea col pensiero tradizionale, Newton chiarisce bene il proprio pensiero in materia, sostenendo che Dio è assolutamente trascendente e distinto dalla natura, così come dalle leggi che la governano: l'universo é dunque immagine di Dio, in quanto sua opera, e ne rispecchia l'organizzazione razionale e matematica.


I problemi interpretativi.


Newton è stato considerato per due secoli il padre dell'interpretazione scientifica del mondo, di un sistema fisico che, unificando i principi e le leggi fino ad allora individuati, ha saputo raccoglierli in una sintesi organica capace di spiegare in modo unitario ogni fenomeno della meccanica sia celeste, che terrestre. Il suo sistema è stato identificato con un meccanicismo che liberava definitivamente la scienza da ogni spiegazione metafisica e spiritualistica, dalle cause prime e dalle essenze, così come dalle cause occulte e dalla magia rinascimentale. Per questi motivi Newton sarà esaltato dall'Illuminismo come il padre della scienza moderna e la scienza, così come era stata da lui costruita, verrà considerata da Kant come l'esempio della possibilità di una conoscenza universale per eccellenza, di cui occorreva stabilire i fondamenti. Per tutto l'Ottocento il metodo sperimentale di Newton costituì il modello epistemologico di riferimento delle scienze della natura e, in alcune componenti della filosofia dell'Illuminismo prima, del Positivismo poi, anche di quelle dell'uomo e della società. Per motivi analoghi, visti da una prospettiva diversa, il pensiero di Newton venne condannato dall'Idealismo tedesco come il simbolo di un meccanicismo cieco, incapace di spiegare da un lato gli organismi viventi, l'elettrologia e il magnetismo, dall'altro il finalismo e la spiritualità della vita e del divenire storico degli uomini.

La scoperta e la pubblicazione, in epoca recente, di un ricco materiale rimasto a lungo inedito, ha arricchito la figura di Newton e reso più complessa la sua interpretazione. In questi scritti, Newton si occupa sopratutto di alchimia, di religione e di esegesi biblica, offrendo un'immagine di sé profondamente contrastante rispetto a quella storicamente consolidata. In realtà, questo contrasto è stato almeno in parte costruito dallo stesso Newton, che ha filtrato il materiale pubblicato, utilizzando soltanto gli scritti matematici e fisici e tenendo per sé gli altri. Questa scelta però ha una legittimazione teoretica, poiché i due aspetti sono in larga misura indipendenti tra loro. Newton infatti costruisce tutto il sistema fisico sulla base di connessioni causali e osservazioni sperimentali, mettendo tra parentesi ogni finalismo e teismo. Questi aspetti vengono invece da lui riconsiderati in relazione ai problemi per i quali non esiste una soluzione ricavabile per via induttiva dagli esperimenti. Il sistema fisico del mondo è quindi fondato su presupposti meccanicistici, i quali però danno ragione solo di alcuni aspetti della realtà (i comportamenti dei fenomeni e delle forze), ma non sono in grado di spiegare altri aspetti importanti, per i quali è necessario il ricorso a un altro piano della conoscenza.

Post popolari in questo blog

Lezione 3 - Pitagora e la Scuola Pitagorica.

Lezione 3 Bis - I Versi Aurei Pitagorici.

Lezione 27 - Nietzsche 2: Zarathustra, l’eterno ritorno e l’oltreuomo.